Il lockdown in Italia attraverso i disegni dei bambini

In occasione del rientro a scuola nel settembre 2020, a 906 bambini italiani con età compresa fra i 7 e i 13 anni fu richiesto di disegnare un momento vissuto durante il primo lockdown di COVID-19 (avvenuto fra marzo e maggio 2020): queste immagini sono poi state analizzate dai ricercatori dell’Università di Perugia, che hanno tratto alcune conclusioni su come bambini e preadolescenti abbiano percepito l’isolamento sociale forzato.

Nella maggior parte dei disegni, i bambini rappresentano l’interno della loro casa: mentre il mondo esterno risulta completamente invisibile o assente nel 59% dei casi, nel 10% compaiono finestre o porte che mostrano il cielo – forse anelito alla libertà.

L’attività maggiormente rappresentata risulta essere quella legata alla presenza di schermi e tecnologie, anche se il suo scopo è piuttosto differenziato: il 17% dei bambini disegna la fruizione di tecnologia “passiva” (ad esempio la televisione), il 10% usa la tecnologia come mezzo di comunicazione e il 9% la usa per lo studio o la didattica a distanza. Non mancano però disegni di attività di gioco e sport (28%), anche all’esterno, e di routine familiari (15%), ad esempio la preparazione culinaria con fratelli o genitori.

Nei disegni dei preadolescenti si rileva una tendenza preoccupante: l’assenza dell’inserimento del sé. Questi studenti non includono nella situazione disegnata una figura rappresentante se stessi, oppure si raffigurano privi di volto. Tale dettaglio evidenzia come la solitudine forzata e la mancanza di contatto fisico diretto con gli altri abbia avuto un forte impatto sulla percezione del sé dei preadolescenti.

Nei disegni in cui vengono rappresentate figure umane, si constata un particolare apparentemente controintuitivo: nel 61% delle immagini, vengono usati colori accesi e brillanti e sono rappresentate emozioni piacevoli (specialmente legate alle attività di gioco e alla presenza di familiari), nel 34% i volti sono neutri, mentre le emozioni spiacevoli sono rappresentate solo nel 5% dei casi.

Nonostante gli effetti negativi di stressor psicologici come insicurezza, solitudine e noia, i bambini hanno risposto alla novità del lockdown con resilienza e adattabilità; inoltre l’ambiente familiare e il mantenimento di attività di routine sono risultati fattori protettivi contro l’insorgenza di problematiche psicologiche successive.

Bigliografia

Capurso, M., Buratta, L., Mazzeschi, C. (2022): Primary and middle-school children’s drawings of the lockdown in Italy.  Frontiers in Psychology, 13:982654. doi: 10.3389/fpsyg.2022.982654